L’indice di massa corporea (BMI) è il macroindicatore ponderostaturale più usato oggi nella pratica clinica ed è un ottimo indicatore prognostico sia per il paziente malnutrito in eccesso sia per quello malnutrito per difetto.
Si ottiene con la formula [Peso (kg)/Altezza2 (m2)] ed è un numero puro.
Varia in relazione all’età e al sesso e i valori di normalità sono:
BMI | 20-25 | UOMO |
BMI | 18,7-23,8 | DONNA |
In base al valore di BMI un soggetto in base a sesso ed età viene classificato secondo lo schema seguente:
BMI | <16 | SOTTOPESO GRAVE |
BMI | 16-16,99 | SOTTOPESO MODERATO |
BMI | 17-18,49 | SOTTOPESO LIEVE |
BMI | 18,7-25 | NORMOPESO |
BMI | 25-29,99 | SOVRAPPESO |
BMI | 30-34,99 | OBESITÀ LIEVE |
BMI | 35-39,99 | OBESITÀ MODERATA |
BMI | >40 | OBESITÀ SEVERA |
Seppur sia l’indicatore più immediato da calcolare e quello maggiormente usato è necessario ricordare che però è limitato e limitante, soprattutto per quanto riguarda il numeratore della frazione e cioè il peso, visto che non specifica la composizione corporea (massa magra e massa grassa).
Il BMI quindi rappresenta oggi un buon punto di partenza per identificare soprattutto categorie a rischio malnutrizione in eccesso e in difetto e le relative conseguenze, ma va assolutamente integrato con valutazioni più sensibili e specifiche quali per esempio l’antropometria e l’impedenziometria.
La valutazione nutrizionale e la conseguente impostazione di un regime alimentare del paziente comune e dello sportivo, può e deve partire dal BMI ma devono poi seguire valutazioni più raffinate.